Canale Canevari fa parte del Santuario di Sant’Ercole Vincitore a Tivoli.
Il complesso del Santuario, centro del culto religioso, snodo commerciale e contemporaneamente luogo di spettacolo con un teatro per 3.600 spettatori, dal IV secolo d. C., ha subito numerose e radicali trasformazioni, fino a diventare nel Settecento, oggetto di un’articolata fase di industrializzazione: da fabbrica di armi a impianto di manifattura della lana, da fonderia di cannoni a centrale elettrica, fino a terminare nella “Cartiera Segré”, di cui ancora restano i padiglioni in cemento.
Il grande organismo sorge fuori della città di Tivoli in una posizione strategica a cavallo della via Tiburtina Valeria, principale raccordo tra l’Abruzzo e il Lazio. La strada, che venne di fatto inglobata nel complesso, lo attraversava in una monumentale galleria in muratura cosiddetta “Via Tecta”.
Per le sue imponenti dimensioni (141 x 188 m) i lavori si protrassero per un lasso di tempo che va dalla fine del II sec. a.C. all’età augustea. La costruzione rappresenta un capolavoro dell’ingegneria romana evidenziate dalle potenti sostruzioni per colmare il dislivello orografico. Nel XVII secolo cominciò la cosiddetta fase di industrializzazione del complesso.
Canale Canevari risale alla fine dell’Ottocento; il progetto dell’ingegner Raffaele Canevari prevedeva la realizzazione di un canale di raccolta delle acque degli antichi acquedotti e quelle di scarico della vicina Villa d’Este, al fine di alimentare la centrale elettrica dell’Acquoria.
I differenti fenomeni di degrado che sono stati riscontrati in diverse parti del complesso del santuario, hanno motivato numerosi interventi di restauro e valorizzazione, tra cui quelli eseguiti sulle murature del Canale Canevari.
Le murature in conci di tufo e in pietra travertina sbozzata presentavano dissesti dovuti al mancato ammorsamento degli elementi costituenti la muratura.
L’intervento di consolidamento eseguito presso Canale Canevari, che rientra nel più ampio progetto di recupero del complesso del santuario di Sant’Ercole Vincitore, rappresenta un esempio particolarmente significativo per le trattazione delle problematiche che interessano il campo degli ancoraggi iniettati in quanto l’intervento prevede l’applicazione della tecnologia Bossong su murature in conci di tufo calcareo e pietra travertino; la peculiarità e la specificità dell’intervento di ancoraggio nel tufo, ha reso necessaria una serie di prove di estrazione, effettuata in fase preliminare, per poter effettivamente valutare la risposta e il comportamento degli ancoraggi nello specifico contesto ovvero per poter conoscere e valutare la resistenza offerta dai bulbi di ancoraggio in tufo calcareo e l’effettiva resistenza del paramento murario della parete da consolidare.
In seguito alle prove effettuate e alla valutazione dei risultati ottenuti sono stati programmati gli interventi e progettate le diverse tipologie di ancoraggi da eseguire; in particolare gli ancoraggi iniettati sono stati eseguiti:
- cuciture in corrispondenza del muro perimetrale in direzione trasversale al Canale;
- cuciture in corrispondenza del muro perimetrale in direzione longitudinale al Canale.
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO:
- ancoraggi orizzontali ciechi iniettati con calza per il consolidamento in direzione trasversale della muratura - lunghezza totale variabile da 3,60 a 4,60m - inseriti nello spessore della muratura, con iniezioni effettuate dalla sola testa dell’ancoraggio;
ANCORAGGI > mod. GBOS 20-60 P costituiti da barra tipo GBOS 20/304 in acciaio inossidabile AISI 304 con filettatura continua su tutta la lunghezza, complete di calza per il controllo dell’iniezione della malta, appositi tubicini di iniezione e malta Presstec specifica per iniezioni con calza
- ancoraggi orizzontali ciechi iniettati con più bulbi di malta per il consolidamento in direzione longitudinale della muratura - lunghezza totale 14,20m - inseriti nello spessore della muratura, con manicotti di giunzione, iniezioni effettuate dalla testa dell’ancoraggio e attraverso tasche ricavate nella muratura e successivo posizionamento di piastra di ancoraggio ad una sola estremità;
ANCORAGGI > mod. GBOS 20-60 P costituiti da barra tipo GBOS 20/304 in acciaio inossidabile AISI 304 con filettatura continua su tutta la lunghezza, complete di calza per il controllo dell’iniezione della malta, appositi tubicini di iniezione, connessioni (manicotti di giunzione) in acciaio inossidabile AISI 316 (A4) e malta Presstec specifica per iniezioni con calza
ACCESSORI > piastre di ancoraggio di estremità mod. BS-PLATE in acciaio inossidabile AISI 304 inclusi dado e controdado
- perforazioni orizzontali realizzate con carotatrici con sonda diamantata con funzionamento a sola rotazione - lunghezza da 3,50 a 14,20m.
Committente: COBAR Spa – Bari (Ba)
Direzione dei lavori: Arch. Maria Piccarreta
Impresa esecutrice: COBAR Spa – Bari (Ba)
Perforazione e Posa: ITALIANA TAGLI di Tagliaferro & C. sas (Lazio)- Borgo Montello (Lt) - Installatore Certificato Bossong spa
Fornitura e consulenza tecnologia Bossong: Bossong spa - Grassobbio (Bg)