BAVIERA E TOSCANA.
La storia dell’azienda tedesca, specializzata in sistemi di fissaggio, passata nel 1962 ad una gestione completamente italiana
Sistemi di fissaggio per il mondo dell’edilizia, con una gamma di prodotti fra le più complete e qualificate a livello internazionale: la Bossong celebra nel 2022 i suoi 85 anni di attività; una storia aziendale fatta di ricerca e innovazione, con cui ha offerto un contributo fondamentale al mondo delle costruzioni. L’anniversario è l’occasione per ricordare la sua storia, iniziata negli anni ’30 in Baviera e poi a Düsseldorf e proseguita con una importante evoluzione che l’ha portata poi in Italia (1962), dove l’azienda ha ampliato la produzione con le più moderne soluzioni nel campo del fissaggio meccanico e dell’ancoraggio chimico.
Baviera 1937
Karl Bossong fonda la Bossong-Werk GmbH
Siamo nella Germania degli anni 30 quando Karl Bossong, in Baviera, fonda la Bossong-Werk GmbH, industria specializzata nella produzione di componenti per il settore automobilistico, trasferitasi poi nel 1944 a Lintorf (vicino Düsseldorf) negli stabilimenti di un’ex fabbrica di mattoni in argilla. Karl Bossong, nato a Monaco di Baviera il 9 Novembre 1909, negli Anni Quaranta correva come pilota a bordo della“Veritas RS”, un bolide con motore BMW da 2 litri, con cui ottenne due volte il terzo posto sul circuito di Nürburgring e di Kölner Kurs, ed un quarto posto a Hockenheim nel 1949. Fu dopo la seconda guerra mondiale che trasferì la propria attività dal settore automotive a quello delle macchine chiodatrici e dei fissatori, in seguito ad un viaggio negli USA, dove aveva osservato un utensile sparachiodi, intuendone le potenzialità di sviluppo in Germania. L’attività vede infatti la piena fase di sviluppo negli anni della ricostruzione in Germania, quando Bossong, in un momento di grande fermento per il mondo dell’edilizia, utilizza il sistema di funzionamento di una pistola per lo sparo guidato di un chiodo nel calcestruzzo, nonché per fissare profilati di acciaio e listoni di legno.
Nel 1951 viene messa a punto, grazie al supporto del tecnico Max Skuwawiz, una chiodatrice a sparo più efficiente ed economica perché composta da un minor numero di elementi e depositato un brevetto negli Stati Uniti, (5 Aprile 1955, brevetto nr. 2,705,323 per “Gun for fastener projectile” dallo “United States Patent Office”). Nel frattempo, però, a causa del forte indebitamento, Karl Bossong è costretto a vendere (1950) parte della sua attività alla Burkhardt-Bank di Essen e all’americana Ramset. L’alta qualità produttiva raggiunta dagli stabilimenti di Karl Bossong viene mantenuta così anche per la produzione TORNADO (così si chiamerà l’azienda di Lintorf a partire dal nel 1954 quando cambia nome in Tornado-Ramset GmbH + Co) assicurando per alcuni decenni il successo degli utensili sparachiodi, esportati in tutto il mondo. Alla sua direzione:Harald Lüdecke coadiuvato per un certo periodo dall’americano Mr. Boge.
Karl Bossong esce definitivamente dalla “Bossong Werk GmbH” nel 1952 trasferendosi in Italia e creando la Bossong SpA. La produzione viene quindi decentrata nel nord Italia, dove in quegli anni risultava essere più economica, precisamente a Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo. Il chiodo veniva prodotto già allora con una tecnologia innovativa rispetto alla normale tranciatura dei chiodi di uso comune. La punta dei chiodi Bossong era “martellata”, concentrando le fibre e non tagliandole con il comune sistema di “tranciatura”. Questa tecnologia rendeva il chiodo Bossong unico nel suo genere per resistenza, in grado di sostenere la potenza di scoppio e penetrazione nell’acciaio e nel calcestruzzo.
È il 1956 quando Karl Bossong, seguendo la positiva crescita del mercato delle costruzioni, amplia la propria attività con la “Bossong Gesellschaft”, attraverso la quale inizia a commercializzare prodotti per l’edilizia. Due tipologie di attività, produttiva “Bossong Werk” e commerciale “Bossong Gesellschaft”, che proseguiranno sempre parallelamente e che contraddistingueranno l’anima imprenditoriale della Bossong durante tutto il corso della sua storia, sino ad oggi.
TOSCANA 1800.
Le Vetrerie della famiglia Taddei
Come accennato prima, la famiglia Taddei è sempre stata una famiglia di imprenditori. I bisnonni del Dott. Luciano, Emilio Taddei (Firenze 1816 - Livorno 1879) e Giovanna Marconi (Pisa 1820 - Bientina 1893), erano andati a vivere a Livorno dove intorno alla prima metà del 1800 risulta avessero una fabbrica di bottiglie, la “Vetreria Emilio Taddei” nei pressi di porta San Marco. Il nonno del Dott. Luciano nacque a Livorno quando regnava Leopoldo II Granduca di Toscana: Luigi Taddei (Livorno 1856 - Firenze 1919) che sposò Zaira Romani (Livorno 1857 - Firenze 1915). Luigi e Zaira erano da poco diventati sudditi Sabaudi, 1861 Unità d’Italia, quando si trasferirono a Castelfiorentino in provincia di Firenze dove, intorno al 1884 crearono “La Vetreria Taddei-Marconi di Castelfiorentino”. Questa vetreria produceva fiaschi per vino e per olio, prodotti tipici delle colline toscane. La vetreria Taddei migliorò la vita di molte famiglie di Castelfiorentino in quanto, mentre gli uomini lavoravano nei campi o nei vigneti, le donne ebbero la possibilità di portare un secondo stipendio a casa impagliando le fiasche della vetreria. Oggi la vetreria non esiste più ma sul luogo dove sorgeva c’è un monumento a ricordo delle donne impagliatrici e degli uomini che soffiarono il vetro nella vetreria che fu di Luigi Taddei fino alla sua morte, dopo la prima guerra mondiale. La vetreria fu poi ceduta alla famiglia Rigatti che la tenne fino agli Anni ’50.
BERGAMO FINE ANNI ‘50.
La zincatura dell’Industra Elettrochimica Bergamasca
I chiodi Bossong dovevano essere protetti dagli agenti corrosivi e dalle intemperie e quindi zincati. Occorreva dunque una ditta specializzata nella zincatura ad alta resistenza, per garantire la tenuta allo sparo e poi, una volta fissato il chiodo, la protezione galvanica. Fu questa esigenza che portò, nella seconda metà degli Anni '50, all’incontro tra Karl Bossong e la famiglia Taddei, proprietaria della ditta “Industria Elettrochimica Bergamasca srl” di Longuelo (Bergamo), specializzata appunto in lavorazioni di zincatura. L’azienda era guidata all’epoca dal fondatore Dott. Emilio Taddei, che aveva iniziato come tecnico siderurgico a Livorno prima della Grande Guerra e poi, negli Anni Venti, era stato chiamato, in qualità di Direttore Tecnico degli stabilimenti della Dalmine, dall’Ing. Agostino Rocca, di cui ne sposò la cugina Elina. Il legame con la Dalmine, oggi Dalmine-Tenaris, si è poi tramandato al figlio Luciano che dal 1996 al 2004 è stato membro del consiglio di amministrazione e dal 1998 al 2012 è stato consigliere della Fondazione Dalmine. Dopo la guerra, negli Anni '50, Emilio Taddei aveva fondato con i figli Marco e Luciano l’Industria Elettrochimica Bergamasca srl con sede nella cascina di famiglia riconvertita in industria chimica.